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Questa mostra nasce da un progetto, United Artists of Italy, realizzato un paio di anni fa.

L’importanza della fotografia nel mondo delle arti, la caduta delle differenze tra fotografia e arte, l’assunzione e direi lo sdoganamento della fotografia – comunque avvenuto da anni – ci ha portato a pensare ad una speciale collaborazione tra i due mondi. E quale migliore complicità se non quella dei fotografi che hanno ritratto gli artisti? Da questa prima idea del ritratto sono nate, strada facendo, molte considerazioni, con alcune sorprese. La Galleria Massimo Minini si è trovata così immersa in un mondo nuovo, quello della fotografia, e  sono nati interessi, amicizie, sorprese, incontri.

Ecco dunque le fotografie di MARIO DONDERO e FRANCO PIAVOLI.

Piavoli e Dondero sono grandi amici: ne hanno fatte di belle assieme. Piavoli è nato a Pozzolengo, dove è nato anche Ugo Mulas. Da giovanotti Mulas faceva il pittore e Piavoli il fotografo.

In effetti le foto di Piavoli che presentiamo in mostra sono del 1951, 1952, 1953. Dopo di che Piavoli ha smesso di fotografare ed è diventato uno dei registi italiani più amati, anche se da un pubblico particolare, girando film di grande poesia sulla natura, oggetto d’altronde delle sue attenzioni di giovane fotografo. Si sa come vanno certe cose. Mulas emigra a Milano dove lavora per guadagnare qualcosa. Licenziato improvvisamente, un poco sconsolato, seduto su una panchina del parco a pensare, chi ti incontra? Ma Mario Dondero! che da speciale attaccabottoni qual era ed è tutt’ora, bottone lo attacca davvero e lo convince a diventare fotografo. Racconta la leggenda (ripresa poi da Luciano Bianciardi nel libro “La vita agra”, trasformato in film da Carlo Lizzani) che Dondero mise in mano a Mulas la sua macchina fotografica e per un po’ ne ebbero una in due e non si capisce sempre bene di chi siano certi scatti iniziali. Poi Mulas diventa un mito della fotografia, riprende gli artisti al Giamaica, a Venezia in Biennale, in America con Leo Castelli….

Dondero invece va in Francia, dove abiterà per anni, mettendo su casa e famiglia.

Dondero fotograferà guerre e paci, artisti  e scrittori; giornalista di cronaca e poi fotogiornalista, documenterà la nascita del Nouveau Roman con Beckett, Robbe Grillet e tutti gli altri.

Piavoli invece se ne sta al paese (sempre Pozzolengo) dove tutt’ora vive e lavora, osservando la natura, ascoltando l’erba crescere, gli alberi fiorire, con uno stupore incantato che già si vedeva nelle sue foto dei primi anni cinquanta.

Una mostra con molti incroci, dunque, che accompagna quella di LUIGI GHIRRI nello spazio maggiore della nostra galleria. Fotografo a colori Ghirri – mentre  gli altri due sono ben saldi sul bianco/nero – fotografo di nuova generazione e diversa sensibilità, un Ghirri che viene dopo il neorealismo che ancora aleggia a tratti nelle immagini dei due. Poeta della pianura, di viste a lui e a noi care, ma anche fotografo di ricerca nei primi anni settanta, quando appunto, Mulas muore, Piavoli gira ‘Pianeta Azzurro’ e Dondero insegue su treni e pullman i propri fantasmi, più che gli altrui.